Chitosano
Che cos’è il chitosano?
Il chitosano deriva dalla chitina, un composto fibroso che si trova principalmente sullo scheletro esterno dei crostacei (come gamberi, granchi e aragoste), conferendogli durezza e resistenza. È possibile trovarlo anche nelle pareti cellulari di alcuni funghi. Il chitosano è sfruttato per diversi utilizzi. In campo industriale è utilizzato come purificatore delle acque marine, viste le sue capacità di attirare le sostanze oleose. Essendo un composto biodegradabile, viene anche utilizzato nello sviluppo di pellicole antimicrobiche per gli imballaggi alimentari. Inoltre, viene sfruttato nell’industria degli integratori: il chitosano è capace di assorbire i grassi e favorire la loro espulsione mediante le feci, un ottimo beneficio per persone in sovrappeso o con elevate quantità di lipidi (come il colesterolo) nel sangue.
Quali sono i principali benefici del chitosano?
Il chitosano risulta un ottimo bloccante dei grassi e, in particolare, del colesterolo “cattivo” LDL e dei trigliceridi. Sembra, infatti, che il chitosano si trasformi in un gel nello stomaco per passare poi all’intestino dove si lega ai grassi. Tutto ciò favorisce la perdita di peso e abbassa il colesterolo e i trigliceridi, prevenendo numerose malattie cardiocircolatorie (tra cui l’aterosclerosi).
Qual è il fabbisogno giornaliero di chitosano?
Non è riportato un fabbisogno giornaliero di chitosano. La dose giornaliera varia molto: è compresa tra gli 0.34 mg e i 3 grammi. Le autorità di sicurezza europea hanno stabilito la dose massima giornaliera a 3 grammi. Prima d'integrare il chitosano nella propria dieta è consigliabile richiedere il parere di un medico, il quale saprà indicare la necessità e le eventuali giuste quantità da assumere.
Gli effetti collaterali dell’assunzione di chitosano possono includere costipazione, nausea e mal di stomaco. Sconsigliato il suo consumo in caso di allergia ai crostacei o ai funghi, in caso di gravidanza o allattamento, oppure ancora in caso di concomitante assunzione di vitamine liposolubili (come la vitamina A, D, E e K), di minerali (come calcio e magnesio) o farmaci (come gli anticoagulanti).
Carenza di chitosano: quali sono i sintomi?
Una dieta carente di chitosano non sembra determinare particolari segni o sintomi.
Quali sono gli alimenti ricchi di chitosano?
Il chitosano è presente nello scheletro esterno di crostacei, quali gamberi, granchi e aragoste. Tuttavia, vista l’eccessiva durezza di questa corazza, il consumo risulta impossibile.
Come integrare quando l’alimentazione non basta?
Esistono numerosi integratori a base di chitosano, estratto dallo scheletro esterno dei crostacei. Esso si presenta sotto forma di compresse o capsule, talvolta polvere.
L’integrazione di chitosano risulta benefica come coadiuvante in regimi ipocalorici per favorire la perdita del peso. Inoltre, può favorire il benessere cardiovascolare (controllando la colesterolemia), soprattutto se associato al riso rosso.
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