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Sifilide

Che cos’è la sifilide?

La sifilide è una malattia infettiva trasmissibile sessualmente, causata dal batterio Treponema pallidum. Tale patogeno si introduce nell’organismo mediante le mucose o la cute, da cui raggiunge i linfonodi, per poi diffondersi in tutto il corpo. Il batterio si concentra principalmente nelle lesioni cutanee che provoca a livello della cute e dei genitali.

La sifilide si manifesta secondo diversi stadi, con sintomi e decorsi differenti:

  • Sifilide primaria: è lo stadio iniziale della patologia. L’infezione resta in incubazione per circa 3 o 4 settimane. Dopodiché, compare una lesione, definita sifiloma, nel punto di ingresso del batterio. Questa presenta una forma tondeggiante che col tempo diventa di colore rosso vivo e da cui fuoriesce un siero contenente i patogeni della sifilide. Nell’uomo può manifestarsi tra il glande e il prepuzio. Nella donna, invece, nella zona genitale (cervice, vulva e vagina). Inoltre, in entrambi i sessi può verificarsi a livello anale, della bocca, delle labbra, delle gengive, della faringe o della lingua. Il secondo sintomo in questa prima fase è rappresentato dall’ingrossamento dei linfonodi, che si verifica circa una settimana dopo la comparsa dell’eruzione cutanea. Nonostante tali sintomi possano scomparire nel giro di 4 o 6 settimane, è bene ricordare che l’infezione resta ancora trasmissibile e contagiosa.
  • Sifilide secondaria: si manifesta dopo circa 3-6 settimane dalla comparsa del sifiloma. In questa fase, il batterio si diffonde in tutto il corpo per via ematica e linfatica. I sintomi tipici del secondo stadio sono febbre, astenia, cefalea e malessere generale. A ciò si aggiungono delle macchie cutanee sulla superficie di tutto il corpo (simili a quelle causate dalla varicella o dal morbillo), che possono causare lieve prurito. Esse possono scomparire spontaneamente dopo poche settimane. Tuttavia, l’infezione resta ancora contagiosa.
  • Sifilide latente: è il terzo stadio della malattia ed è caratterizzato da un decorso asintomatico. In questo periodo, infatti, la patologia può essere diagnosticata solo mediante l’apposito esame che attesta la positività al batterio.
  • Sifilide terziaria: è l’ultima e la più grave fase dell’infezione. In questo stadio, compaiono lesioni cutanee e viscerali, prevalentemente a livello cardiovascolare e nervoso. A tal proposito, si parlerà di neuro sifilide, ossia quando il batterio causa alterazioni degenerative del tessuto nervoso del cervello e del midollo spinale, con conseguenti compromissioni delle funzionalità cognitive, demenza, incapacità di controllare i movimenti e persino paralisi. Tuttavia, tali lesioni possono colpire anche altri organi e strutture anatomiche, come apparato digerente, ossa e pelle. Nei casi più gravi, può addirittura avere esiti fatali.

Quali sono le principali cause della sifilide?

La causa principale della sifilide è attribuibile al batterio Treponema pallidum, un microrganismo dalla forma a spirale a filamento. Il patogeno è in grado di penetrare la cute e le mucose intatte o danneggiate, motivo per cui viene facilmente trasmesso durante i rapporti sessuali, anali e orali non protetti.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive e servono solo a dare una panoramica generale delle cause associate a tale infezione.

Come si trasmette e/o si prende la sifilide?

Il principale veicolo di trasmissione della sifilide sono i rapporti sessuali non protetti, siano essi vaginali, anali od orali. Tuttavia, il batterio è presente anche all’interno delle lesioni cutanee che esso provoca, motivo per cui un’altra forma di contagio può essere quella mediante il contatto diretto con le ferite di una persona infetta.

Altri modi in cui è possibile contrarre l’infezione includono:

  • Trasfusioni: solo occasionalmente e limitato a Paesi dove non vengono effettuati esami approfonditi sul sangue donato;
  • Per via transplacentare: ossia la trasmissione avviene dalla madre infetta al figlio. Il batterio può raggiungere il feto mediante il sangue della madre. In altri casi, il contagio può avvenire durante il parto, attraverso il contatto diretto tra la mucosa vaginale e la pelle del bambino. Tale infezione viene definita “sifilide congenita”;
  • Per via accidentale: attraverso l’utilizzo di oggetti infetti, come rasoi, siringhe o campioni contaminati;
  • Trasmissione indiretta: mediante l’utilizzo di oggetti o indumenti infetti. Tuttavia, in questo caso, il contagio è fortemente improbabile, in quanto il batterio non sopravvive a lungo al di fuori dell’organismo umano.

Quali sono i principali sintomi della sifilide?

I sintomi della sifilide possono variare in base allo stadio dell’infezione. Come già menzionato in precedenza, la sintomatologia può includere:

  • Insorgenza di un’eruzione cutanea purulenta di forma tondeggiante, il sifiloma, dal colore rosso vivo. Esso può comparire a livello cutaneo o della mucosa, nella zona genitale, anale od orale;
  • Ingrossamento dei linfonodi del collo;
  • Sintomi simil-influenzali, come febbre, mal di testa, astenia e malessere generale;
  • Eruzioni cutanee sparse sull’intera superficie dell’organismo, ossia macchie simili a quelle causate dalla varicella o dal morbillo. A volte, possono causare lieve prurito;
  • Danni a carico di cuore, ossa, cervello, pelle ed altri organi e strutture anatomiche;
  • Alterazioni degenerative del cervello, come demenza, disturbi della personalità, difficoltà o incapacità di controllare i movimenti, paralisi.

Quali complicazioni possono derivare dalla sifilide?

Se non trattata o diagnosticata tempestivamente, la sifilide può arrivare al quarto stadio con conseguenze permanenti e importanti a diversi organi dell’organismo. Nei casi più gravi, può comportare anche la morte.

Nella quarta fase della malattia, l’infezione raggiunge gli organi vitali causando danni permanenti a cuore, cervello, ossa, pelle e altre strutture. In caso venga contratta in gravidanza, le complicazioni più serie riguardano la salute del bambino, in quanto l’infezione può comportare malformazioni, cecità, eruzioni cutanee, polmonite. In determinati casi, può causare anche un aborto spontaneo.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive e servono solamente a dare una panoramica generale delle complicazioni che possono associarsi a tale infezione.

Cosa fare in caso di sifilide?

La diagnosi della sifilide può essere difficile, a causa del progressivo regredire dei sintomi. Tuttavia, è fondamentale diagnosticarla precocemente sia per evitare di incorrere in spiacevoli e serie complicazioni che per assicurare un trattamento efficace. Una volta individuata, la terapia più idonea è a base di antibiotici, in particolare quelli contenenti penicillina. In caso di allergia a tale principio attivo, il medico saprà consigliare altri farmaci efficaci.

Per quanto riguarda la posologia e la durata del trattamento, questi dipenderanno dalla gravità della malattia. Proprio per questo, è fondamentale iniziare la terapia precocemente. Prima si inizia, più sarà facile combattere l’infezione e meno il trattamento sarà lungo.

In caso di soggetti sessualmente attivi o che hanno più partner, si ricorda che la terapia va somministrata a tutte le parti coinvolte, al fine di curare l’infezione e di prevenire un ulteriore contagio. Infatti, contrarre la malattia una volta non garantisce l’immunità definitiva, in quanto l’infezione può ripresentarsi se si viene a contatto con il patogeno nuovamente.

Disclaimer: le informazioni fornite potrebbero non essere esaustive.

Come prevenire la sifilide?

Essendo la sifilide una patologia difficile da diagnosticare e molto grave se trascurata, è necessario adottare determinati accorgimenti al fine di prevenirla. In linea generale, per evitare di contrarre l’infezione, è bene:

  • Indossare le giuste precauzioni durante i rapporti sessuali: è necessario utilizzare un contraccettivo fisico, come il preservativo, per impedire il contatto diretto dei genitali. Siccome la sifilide può essere trasmessa anche per via anale e orale, è indispensabile proteggersi anche durante i rapporti orali o anali.
  • Evitare i rapporti sessuali con individui infetti o a rischio.
  • Astenersi dai rapporti sessuali in caso si sospetti di avere la sifilide.
  • Sottoporti ad esami regolarmente, in situazione a rischio.
  • Istruire i propri figli sulla possibilità di contrarre la malattia e sull’importanza di fare sesso sicuro.
  • Allo scopo di rinforzare il sistema immunitario e rendere meno suscettibile l’organismo a questa infezione è possibile utilizzare integratori a base di Echinacea, Sambuco, Astragalo, Pelargonium sidoides, Estratto secco di semi di pompelmo, Propoli, Vitamina C, Vitamina D, Probiotici specifici.

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