Non sono state osservate reazioni avverse associate al sovradosaggio della combinazione di clorfenamina, destrometorfano e paracetamolo nella revisione dei dati di sicurezza postcommercializzazione o nella letteratura. Le informazioni di seguito riportate descrivono gli effetti del sovradosaggio per ognuno degli ingredienti attivi.
Clorfenamina I sintomi del sovraddosaggio di clorfenamina possono includere: depressione del sistema nervoso centrale, ipertermia, sindrome anticolinergica (midriasi, vampate, febbre, bocca secca, ritenzione dell’urina, riduzione dei rumori intestinali), tachicardia, ipotensione, ipertensione, nausea, vomito, agitazione, confusione, allucinazioni, psicosi, convulsioni o aritmie. In casi rari, i pazienti con agitazione, coma o convulsioni prolungate possono sviluppare rabdomiolisi e insufficienza renale.
Destrometorfano La Tabella 6 illustra i sintomi del sovradosaggio di destrometorfano riportati in letteratura.
Tabella 6 Sintomi del sovradosaggio di destrometorfano riportati in letteratura Sistema di classificazione degli organi | Reazione avversa |
Disturbi psichiatrici | Agitazione, Stato confusionale, Disturbi di conversione, Allucinazioni |
Disturbi del sistema nervoso | Atassia, Goffaggine, Coma, Disartria, Letargia, Nistagmo, Convulsioni, Sindrome serotonergica, Tremore |
Disturbi oculari | Miosi, Midriasi |
Disturbi respiratori, toracici e mediastinali | Depressione respiratoria |
Disturbi renali e urologici | Ritenzione di urina |
Disturbi epatobiliari | |
Paracetamolo Nel caso di prodotti di paracetamolo a rilascio prolungato o laddove la formulazione esatta non sia nota, si raccomanda di rimisurare i livelli plasmatici di paracetamolo 4-6 ore dopo la prima misurazione, poiché tali livelli continuano ad aumentare con i prodotti a rilascio prolungato e possono incidere sulle decisioni terapeutiche. Negli adulti e negli adolescenti (≥12 anni di età), può verificarsi epatotossicità dopo l’ingestione di una dose superiore a 7,5-10 g in un periodo di 8 ore o meno. La morte è un evento raro (meno del 3-4% dei casi non trattati) ed è stata raramente riportata con sovradosaggi inferiori a 15 grammi. Nei bambini (<12 anni di età), il sovradosaggio acuto, inferiore a 150 mg/kg, non è stato associato ad epatotossicità. I sintomi iniziali di un dosaggio potenzialmente epatotossico possono includere: anoressia, nausea, vomito, diaforesi, pallore e malessere. Le prove cliniche e di laboratorio di epatotossicità possono non essere evidenti sino a quando non sono trascorse 48-72 ore dall’ingestione. Casi di tossicità grave o morte a seguito di dosaggio acuto di paracetamolo sono si sono riscontrati molto raramente nei bambini piccoli, probabilmente per il modo diverso in cui il paracetamolo viene metabolizzato. La seguente tabella elenca le reazioni cliniche associate al sovradosaggio di paracetamolo, previste a fronte di un sovradosaggio, inclusa morte causata da insufficienza epatica fulminante o le sue sequele.
Tabella 7: Reazioni avverse riscontrate a seguito del sovradosaggio di paracetamolo Disturbi metabolici e dell’alimentazione |
Mancanza di appetito |
Disturbi gastrointestinali |
Vomito, nausea, dolore addominale |
Disturbi epatobiliari |
Necrosi epatica, insufficienza epatica acuta, itterizia, epatomegalia, dolorabilità epatica |
Disturbi generali e alterazioni presso il sito di somministrazione |
Pallore, iperidrosi, malessere |
Analisi complementari |
Aumento della bilirubina, aumento degli enzimi epatici, aumento di INR, prolungamento del tempo di protrombina, aumento dei livelli di fosfato e lattato nel sangue. |
Valutazione del sovradosaggio di paracetamolo Il sovradosaggio di paracetamolo è valutato in quattro fasi, a partire dal momento dell’ingestione del sovradosaggio: - Fase I (12-24 ore): nausea, vomito, diaforesi e anoressia; - Fase II (24-48 ore): miglioramento clinico; i livelli di AST e ALT iniziano a salire, bilirubina e protrombina; - Fase III (72-96 ore): picco dell’epatotossicità; possono riscontrarsi valori di AST pari a 20.000; - Fase IV (7-8 giorni): recupero. In caso di ingestione di un sovradosaggio, il paziente deve essere tempestivamente trattato presso una struttura sanitaria, anche se non presenta segni o sintomi significativi, dal momento che, seppur letali, spesso non appaiono subito dopo l’ingestione, ma solo dopo il terzo giorno. La necrosi epatica può essere causa di morte. Può verificarsi anche insufficienza renale acuta.
Negli adulti e negli adolescenti (a partire dai 12 anni di età), può verificarsi epatotossicità dopo l’ingestione di una dose di 7,5-10 g in un periodo di 8 ore o meno. La morte è un evento raro (meno del 3-4% dei casi non trattati) e sono stati raramente riportati sovradosaggi a fronte di un quantitativo inferiore a 15 grammi.
Nei bambini (fino a 12 anni di età), l’ingestione acuta di una dose inferiore a 150 mg/kg, non è stata associata ad epatotossicità. I sintomi di epatotossicità possono presentarsi sotto forma di nausea, vomito, anoressia, malessere, diaforesi, dolore addominale e diarrea. L’epatotossicità non è evidente sino a quando non sono trascorse 48-72 ore dall’ingestione. Nel caso in cui la dose ingerita sia superiore a 150 mg/kg o ove non sia possibile determinare la quantità ingerita, si raccomanda di prelevare un campione di paracetamolo sierico 4 ore dopo l’ingestione. In caso di epatotossicità, eseguire un test di funzionalità epatica e poi ripeterlo ad intervalli di 24 ore. L’insufficienza epatica può causare encefalopatia, coma e morte. Livelli plasmatici di paracetamolo superiori a 300 mcg/ml, misurati 4 ore dopo l’ingestione, sono stati associati a danno epatico nel 90% dei pazienti. Il danno epatico inizia quando i livelli di paracetamolo a 4 ore sono inferiori a 120 mcg/ml, o inferiori a 30 mcg/ml 12 ore dopo l’ingestione. L’ingestione cronica di dosi superiori a 4 g/giorno può causare epatotossicità transitoria. Può verificarsi necrosi tubulare dei reni e danno al miocardio. La seguente tabella elenca le reazioni cliniche considerate sequele dell’insufficienza epatica acuta, che può essere letale. Queste reazioni possono essere considerate prevedibili ove si verifichino a fronte di insufficienza epatica acuta associata a sovradosaggio di paracetamolo.
Tabella 8: Sequela prevista dell’insufficienza epatica acuta associata a sovradosaggio di paracetamolo Infezioni e infestazioni |
Sepsi, infezioni micotiche, infezioni batteriche |
Disturbi del sangue e del sistema linfatico |
Coagulazione intravascolare disseminata, coagulopatia, trombocitopenia |
Disturbi metabolici e dell’alimentazione |
Ipoglicemia, ipofosfatemia, acidosi metabolica, acidosi lattica |
Disturbi del sistema nervoso |
Coma (da sovradosaggio massiccio di paracetamolo o sovradosaggio di più farmaci), encefalopatia, edema cerebrale |
Disturbi cardiaci |
Cardiomiopatia |
Disturbi vascolari |
Ipotensione |
Disturbi respiratori, toracici e mediastinali |
Insufficienza respiratoria |
Disturbi gastrointestinali |
Pancreatite, emorragia gastrointestinale |
Disturbi renali e urinari |
Insufficienza renale acuta |
Disturbi generali e alterazioni presso il sito di somministrazione |
Insufficienza multiorgano |
Trattamento del sovradosaggio di paracetamolo Devono essere eseguite, in tutti i casi, aspirazione e lavanda gastrica, preferibilmente entro quattro ore dall’ingestione. Vi è un antidoto specifico per la tossicità del
paracetamolo: la
N-acetilcisteina. Si raccomanda la somministrazione per via endovenosa di 300 mg/kg
N-acetilcisteina (equivalente a 1,5 ml/kg di soluzione acquosa al 20%; pH 6,5) su un arco di 20 ore e 15 minuti, come di seguito descritto:
Adulti - Dose di attacco: 150 mg/kg (equivalente a 0,75 ml/kg di soluzione acquosa al 20% di Nacetilcisteina; pH: 6,5), somministrata lentamente per via endovenosa o diluita in 200 ml di destrosio 5%, nell’arco di 15 minuti. - Dose di mantenimento: a) Inizialmente 50 mg/kg (equivalente a 0,25 ml/kg di soluzione acquosa al 20% di Nacetilcisteina; pH: 6,5) in 500 ml di destrosio 5%, da somministrare mediante infusione lenta in 4 ore. b) Successivamente, 100 mg/kg (equivalente a 0,50 ml/kg di soluzione acquosa al 20% di N-acetilcisteina; pH: 6,5) in 1000 ml di destrosio 5%, da somministrare mediante infusione lenta in 16 ore.
Bambini Il volume della soluzione di destrosio al 5% per infusione deve essere adattato in base all’età e al peso del bambino, per evitare congestione vascolare polmonare. L’efficacia dell’antidoto è massima ove somministrato entro otto ore dall’avvelenamento. L’efficacia cala progressivamente dall’ottava ora in poi e l’antidoto non è più efficace 15 ore dopo l’avvelenamento. La somministrazione della soluzione acquosa al 20% di N-acetilcisteina può essere sospesa quando i risultati delle analisi mostrano livelli di paracetamolo nel sangue inferiori a 200 mcg/ml.
Reazioni avverse della N-acetilcisteina per ev In casi eccezionali, sono stati osservati rash cutanei e anafilassi, di norma tra 15 minuti e un’ora dall’inizio dell’infusione.
Somministrazione di N-acetilcisteina per via orale L’antidoto di N-acetilcisteina deve essere somministrato entro dieci ore dal sovradosaggio, La dose di antidoto raccomandata per gli adulti è: - Una dose iniziale di 140 mg per kg di peso corporeo; - 17 dosi da 70 mg per kg di peso corporeo, ogni 4 ore. Ogni dose deve essere diluita al 5% con una bevanda a base di cola, succo di pompelmo, succo di arancia o acqua prima della somministrazione, in ragione del suo odore sgradevole e delle sue proprietà irritanti o sclerosanti. Nel caso in cui il paziente vomitasse la dose entro un’ora dalla somministrazione, questa dovrà essere ripetuta. Se necessario, l’antidoto (diluito con acqua) può essere somministrato tramite intubazione duodenale.
Disturbi del sangue e del sistema linfatico: è stata riportata anemia emolitica nei pazienti con carenza di G6PD (glucosio-6-fosfato deidrogenasi) durante il sovradosaggio di paracetamolo.