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Sistema gastroenterico

Che cos'è il sistema gastroenterico?

Il sistema gastroenterico, anche chiamato apparato digerente, è formato da un insieme di organi cavi e ghiandole che provvedono all'introduzione del cibo all’interno del corpo, alla sua successiva digestione, all'assorbimento delle sostanze nutritive contenute in esso e all'eliminazione delle sostanze di scarto (inutili o presenti in eccesso). Inizia e si conclude con due aperture: la bocca e l’ano.

Quali sono gli elementi che compongono il sistema gastroenterico?

Il sistema gastroenterico comprende numerosi organi e ghiandole annesse. Esso inizia con la bocca e continua con:

  • Esofago: un organo tubolare cavo presente nella zona del collo e del petto che collega la bocca allo stomaco. I muscoli qui presenti spingono il cibo verso lo stomaco.
  • Stomaco: grande organo che trattiene e digerisce il cibo tramite il lavoro di enzimi e acidi. Il cibo rimane in questa sede da due a otto ore. Inoltre, grazie al pH molto acido, i microrganismi che vengono introdotti insieme al cibo vengano distrutti.
  • Intestino tenue: riceve il cibo dallo stomaco e comincia a scomporlo assorbendo la maggior parte delle sostanze nutritive.
  • Intestino crasso: questo organo presenta miliardi di batteri utili per l’organismo (flora batterica intestinale) che trasformano il cibo in feci mentre rimuovono acqua ed elettroliti. Inoltre producono molte sostanze utili per il metabolismo e sono indispensabili per le corrette difese immunitare dell’organismo.
  • Intestino retto: posto alla fine dell'intestino crasso, questo piccolo spazio è un'area di deposito temporaneo delle feci.
  • Ano: è l'apertura esterna del retto, attraverso la quale vengono espulse le feci.

Lungo questo percorso, il sistema gastroenterico si accompagna a:

  • Ghiandole salivari: producono saliva contenente enzimi deputati a una prima digestione.
  • Fegato: aiuta a filtrare le tossine dal sangue e produce la bile, che aiuta a scomporre proteine, carboidrati e grassi.
  • Cistifellea: questo organo, simile a una sacca, immagazzina la bile prodotta dal fegato e la rilascia quando necessario.
  • Pancreas: produce insulina, che contribuisce al metabolismo degli zuccheri.

La connessione tra tutti questi organi e i loro fluidi richiede un delicato equilibrio che può essere facilmente compromesso da numerosi fattori, tra cui dieta, stress, malattie e altro ancora.

Quali sono le funzioni del sistema gastroenterico?

Le principali funzioni dell'apparato digerente sono sei:

  • Ingestione. Introduzione del cibo mediante la bocca e masticazione di esso attraverso i denti.
  • Digestione. Inizia nella bocca mediante gli enzimi contenuti nella saliva e prosegue nello stomaco mediante gli enzimi gastrici e gli acidi presenti.
  • Assorbimento dei nutrienti. Operazione che avviene soprattutto a livello intestinale.
  • Defecazione. Espulsione delle feci attraverso lo sfintere anale.
  • Difesa immunitaria. Infatti fino all’80% delle cellule immunitarie risiede nell’intestino
  • Regolazione delle funzioni nervose ed emotive: uno dei principali neurotrasmettitori dell’organismo, la serotonina, coinvolta in numerosi processi, soprattutto nello sviluppo delle emozioni a seguito di eventi stressogeni e nel tono dell’umore, viene prodotta per il 70% dalle cellule dell’intestino

Disclaimer: l’elenco delle funzioni del sistema gastroenterico non è esaustivo.

Quali sono le patologie associate al sistema gastroenterico?

I problemi più comuni che interessano il sistema gastroenterico includono:

  • Reflusso gastroesofageo. La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) si verifica quando i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago, provocando bruciore dietro lo sterno e rigurgito acido. Il passaggio di acido dallo stomaco all’esofago avviene soprattutto dopo mangiato. Tuttavia, se questi eventi superano una determinata soglia, in termini di frequenza e durata, si parla di una vera e propria malattia. I sintomi comprendono rigurgito acido, bruciore al petto, nodo alla gola, nausea, tosse, asma e insonnia.
  • Meteorismo. Un eccesso di gas intestinale. L'intero tratto digestivo, dallo stomaco al retto, contiene gas e aria come risultato naturale della deglutizione e della digestione. Se questo gas aumenta, si possono sperimentare sintomi quali pancia gonfia e flatulenza.
  • Diarrea o costipazione (detta anche stipsi). La diarrea è una condizione caratterizzata dall’emissione di feci semiliquide, liquide o acquose. La costipazione, invece, si verifica quando i movimenti intestinali diventano meno frequenti e le feci sono difficili da espellere. Si tratta di disturbi piuttosto comuni che, in molti casi, si risolvono spontaneamente o con l’ausilio di alcuni rimedi farmacologici o naturali.
  • Celiachia alimentare. Una condizione per la quale il consumo di glutine spinge il sistema immunitario ad attaccare i propri tessuti, arrivando a danneggiare l’intestino e impedendo l’assimilazione dei nutrienti.
  • Cirrosi del fegato. La cirrosi epatica è una malattia cronica e degenerativa: il fegato distrugge le proprie cellule e le sostituisce con interconnessioni cicatriziali. Di conseguenza, il fegato perde a poco a poco la propria importante funzione. Si manifesta a seguito di una lesione o un processo morboso. Le cause morbose più comuni sono: l’epatite virale (B, C e D), le malattie autoimmuni, l’abuso di alcool o di farmaci, l’occlusione dei dotti biliari e l’insufficienza cardiaca cronica.
  • Epatite. Infiammazione del fegato di origine infettiva oppure non infettiva. L’epatite infettiva causata dal virus Hepatitis Virus scatena l’epatite A, B, C, D ed E. Esistono però altri virus responsabili dell’epatite, come il citomegalovirus, il virus di Epstein Barr, l’herpes zoster e l’herpes simplex. L’epatite non infettiva è generalmente dovuta all’ingestione di sostanze tossiche, come alcool, farmaci e funghi velenosi, oppure è scatenata da malattie autoimmuni e fattori metabolici.
  • Malattia di Crohn. Malattia infiammatoria cronica dell’apparato digerente. Le cause del morbo di Crohn sono sconosciute, ma sicuramente è presente un’alterata attivazione del sistema immunitario. L’uso smisurato di farmaci antinfiammatori non steroidei o il fumo di sigaretta aumentano il rischio di sviluppare la malattia di Crohn. Esso causa infiammazione, gonfiore e dolore nel tratto intestinale. Purtroppo, non è ancora stata individuata una cura risolutiva per la malattia di Crohn; tuttavia, esistono dei protocolli farmacologici utili per il controllo dei sintomi e la prevenzione delle ricadute.
  • Polipi gastrointestinali. Escrescenze benigne, multiple o solitarie, che crescono all’interno della mucosa di stomaco o intestino. Smog, uso eccessivo di farmaci, obesità e invecchiamento aumentano il rischio di polipi. È importante eseguire una colonscopia per trovare e rimuovere i polipi perché possono diventare più grandi nel tempo e trasformarsi in polipi maligni.
  • Fistola gastrointestinale. Un'apertura dell’intestino che permette al contenuto intestinale di fuoriuscire in altre parti del corpo. Queste aperture di solito si verificano dopo interventi chirurgici a livello gastrointestinale o a seguito di una malattia infiammatoria intestinale cronica. Le fistole gastrointestinali possono portare alla sepsi, un'infezione sistemica estremamente pericolosa. È possibile riparare o trattare le fistole per evitare che causino problemi seri: possono essere cucite, incollate, drenate e trattate efficacemente con antibiotici.
  • Sindrome dell’intestino irritabile (IBS), chiamata anche colite spastica o nervosa. È una condizione cronica, che può durare anni e richiedere, proprio a causa della sua lunga durata, un prolungato trattamento. Diversamente dalle malattie infiammatorie intestinali, non è responsabile di alcun cambiamento dell'anatomia intestinale. I sintomi comprendono gonfiore, dolore e crampi addominali, meteorismo, stipsi o diarrea, muco nelle feci. Le cause non sono certe, ma si ipotizza una comunicazione anomala tra l’encefalo, le fibre nervose che innervano l'intestino e i muscoli intestinali. L’IBS non è considerata una vera e propria patologia poiché non presenta alterazioni strutturali alla base del suo sviluppo, per questo è definita come “sindrome” e non ha una causa ben individuabile. Nella maggior parte dei casi è legata a fattori di stress/emotivi che si ripercuotono sulla funzionalità intestinale.
  • Rettocolite ulcerosa (proctosigmoidite ulcerosa). Una malattia infiammatoria cronica che colpisce primariamente il retto e può coinvolgere parte o tutto il colon. L’infiammazione provoca delle lesioni ulcerose responsabili dei sintomi intestinali, che possono manifestarsi con episodi acuti intervallati da periodi di remissione. I sintomi clinici principali sono la diarrea, spesso con presenza di sangue e muco, e i dolori addominali. Le cause di questa infiammazione sono ancora sconosciute; si ritiene che i batterici intestinali, in presenza di un assetto genetico predisponente, possano scatenare l’attacco da parte del sistema immunitario in cui viene coinvolto anche l’intestino.
  • Malattia diverticolare. I diverticoli sono piccole sacche che si spingono verso l'esterno attraverso punti deboli della parete intestinale. Il più delle volte i diverticoli non causano alcun sintomo, ma occasionalmente possono diventare dolorosi e problematici. Possono formare ascessi, aprirsi e secernere pus o sangue in altre parti del corpo. È possibile sviluppare febbre, nausea, vomito e sensibilità a livello addominale.
  • Prolasso rettale. Discesa di una parte o della totalità del retto dalla sua posizione fisiologica, e che può terminare nella zona pelvica (in caso di prolasso interno) oppure può continuare fino alla fuoriuscita attraverso il canale anale. I sintomi possono comprendere rigonfiamento, dolore, sanguinamento, incontinenza e comparsa di una massa di colore rossastro che si estende al di fuori dell'ano. Inizialmente, la fuoriuscita della massa può essere temporanea e verificarsi durante o subito dopo i movimenti intestinali. Tuttavia, con il tempo, l'estremità del retto può fuoriuscire spontaneamente dal canale anale.
  • Stenosi anale. Restringimento del canale anale per cause genetiche, a seguito di traumi, corpi estranei, microrganismi patogeni, infiammazioni (come il morbo di Crohn) o abuso di lassativi. La stenosi anale provoca difficoltà di evacuazione o evacuazione di feci di piccolo calibro, liquide o semi-liquide.
  • Emorroidi. Vene gonfie e infiammate presenti a livello del retto inferiore o dell’ano. Possono essere causate da eccessivo sforzo durante l’evacuazione, diarrea o costipazione cronica, rapporti anali, obesità o gravidanza. I sintomi più comuni sono prurito, irritazione, dolore, gonfiore e sanguinamento.

Disclaimer: l’elenco delle patologie associate al sistema gastroenterico non è esaustivo.

Categoria:Anatomia

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