Ibisco
Che cos’è l’ibisco?
L’Hibiscus è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Malvaceae, caratterizzate da grandi fiori colorati. La varietà più conosciuta è l'Hibiscus sabdariffa, riconoscibile grazie ai grossi fiori di colore rosso. I fiori di questa varietà sono comunemente coltivati per scopi medici, e sono disponibili come integratori alimentari.
L’ibisco, anche chiamato karkadè, viene assunto sotto forma d'infuso e gli sono state attribuite proprietà antiossidanti, lassative, di riduzione della pressione sanguigna e del colesterolo.
Quali sono le proprietà e i principi naturali dell’ibisco?
L’ibisco è costituito da:
- Tannini, composti con proprietà astringenti, antibiotiche e antinfiammatorie;
- Antociani, pigmenti colorati con proprietà antiossidanti;
- Flavonoidi, sostanze naturali con potenti proprietà antiossidanti;
- Mucillagini, composti con proprietà lassative ed espettoranti.
- Vitamina C, ha una funzione immunostimolante.
- Acidi organici, come l’acido ibiscico, ascorbico, malico, citrico e tartarico.
Quando utilizzare l’ibisco?
Nel corso dei secoli, l’ibisco è stato usato per curare le condizioni più disparate, dal trattamento delle malattie cardiache e nervose a quello dei sintomi del raffreddore, passando per la stitichezza, le malattie epatiche e la congiuntivite.
Le proprietà che hanno reso famoso l’ibisco, però, sono quelle antipertensive, ipolipidiche e diuretiche.
Studi recenti hanno dimostrato che gli antociani contenuti nella pianta hanno un’azione antipertensiva e sono, dunque, estremamente utili nell’abbassamento della pressione arteriosa.
Un altro studio ha comparato l’effetto diuretico dell’ibisco con quello di un farmaco a base di idroclorotiazide, sempre nell’ambito dell’abbassamento dell’ipertensione lieve e moderata. È stato rilevato che l’ibisco ha un’efficacia maggiore rispetto a quella del farmaco e, inoltre, non è associato a squilibri elettrolitici.
È stata studiata anche l’influenza dell’ibisco sul tasso lipidico nel sangue. Le ricerche hanno dimostrato che l’uso di questa pianta può efficacemente contrastare l’ossidazione delle lipoproteine LDL, riducendo il livello di colesterolo “cattivo” (LDL) e dei trigliceridi nel sangue.
È stato rilevato, altresì, che l’estratto d'ibisco può avere effetti sul metabolismo, prevenendo l’accumulo di grasso nel fegato e, di conseguenza, l’obesità.
L’elenco potrebbe non essere esaustivo.
Come interagisce l’ibisco con altri farmaci?
Al momento non sono note interazioni farmacologiche.
Si sconsiglia l’assunzione dell’ibisco in caso di sensibilità accertata ad una o più componenti presenti nella pianta. Inoltre, si consiglia di consultare sempre un medico di base prima d'iniziare ad assumere rimedi naturali.
Come assumere correttamente l’ibisco?
L’ibisco viene principalmente assunto sotto forma d'infuso. Grazie agli antociani contenuti, il tè che ne deriva è di colore rosso e leggermente acidulo.
Sia l’ibisco essiccato usabile per gli infusi sia gli estratti d'ibisco possono essere acquistati in erboristeria.
Al momento gli studi scientifici non hanno delineato una dose raccomandata, molto dipende dal prodotto che si acquista e dall’uso che se ne vuole fare.
Normalmente, per fare un infuso vengono usati 1,5 grammi di prodotto essiccato.
Per quel che riguarda gli estratti, di solito contengono fino a 250 milligrammi di antociani.
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