Tamarindo

Che cos’è il tamarindo?

Il tamarindo (Tamarindus indica) è un albero sempreverde da frutto, appartenente alla famiglia delle Fabacee. È originario dell’Africa Orientale e dell’India, ma oggi viene coltivato in diverse aree tropicali dell’Asia e dell’America. Il tamarindo, anche detto “dattero dell’India”, si presenta come un baccello della lunghezza di circa 10 cm, dal colore marrone chiaro o verde, contenente polpa e semi. La sua consistenza è abbastanza pastosa, mentre il sapore risulta agrodolce.

Il tamarindo è usato da tempo nella medicina tradizionale per trattare vari disturbi, come diarrea, costipazione, febbre e malaria. La corteccia e le foglie erano usate anche per promuovere la guarigione delle ferite.

Ad oggi, è noto per apportare numerosi benefici all’intero organismo. È ricco d'importanti nutrienti e, grazie alle sue diverse proprietà, stimola il transito intestinale, aiuta a ridurre gli alti livelli di glicemia e colesterolo nel sangue e favorisce l’abbassamento della febbre. Inoltre, ha diverse proprietà antibatteriche, antiossidanti, antinfiammatorie e antimicrobiche.

Quali sono le proprietà e i principi naturali del tamarindo?

Il tamarindo è un alimento ipercalorico (contiene elevate quantità di zuccheri semplici), ma è anche un’ottima fonte di proteine vegetali, fibre ed è povero di grassi. Inoltre, contiene importanti nutrienti come vitamine, minerali e sostanze antiossidanti:

• Magnesio: un minerale importante per il corretto funzionamento dei muscoli, la sintesi delle proteine, l’attività digestiva e del sistema cardiovascolare e nervoso.
• Potassio: un minerale fondamentale per la funzione cardiaca, per gli impulsi nervosi e per il controllo della pressione sanguigna.
• Ferro: un minerale importante per la produzione dell’emoglobina, la proteina dei globuli rossi che serve a trasportare l’ossigeno, e della mioglobina, la proteina che ossigena i muscoli.
• Calcio: un minerale indispensabile per ossa, muscoli e sistema nervoso.
• Fosforo: un minerale fondamentale per la salute di ossa e denti e per rafforzare le difese immunitarie.
• Rame: un minerale importante per l’attività enzimatica, che è coinvolto nella produzione dei globuli rossi e contribuisce al metabolismo energetico.
• Vitamine del gruppo B: come la B1 (tiamina), la B2 (riboflavina) e la B3 (niacina), importanti per il corretto funzionamento dell’organismo. In particolare, sono coinvolte nel metabolismo energetico, nella crescita cellulare e tissutale e nell’attività di fegato e sistema nervoso.
• Acido tartarico: un potente antiossidante in grado di contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e dell’insorgenza di numerose patologie.

Quando utilizzare il tamarindo?

L’azione terapeutica del tamarindo è prevalentemente legata alle sue proprietà antiossidanti.

Grazie alla presenza di flavonoidi e polifenoli, aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo cattivo LDL e di trigliceridi, prevenendo così il rischio di malattie coronariche e promuovendo la salute del cuore. Inoltre, grazie all’elevato contenuto di minerali, come il magnesio, il tamarindo aiuta a regolare la pressione sanguigna, a ridurre gli stati antinfiammatori e ad abbassare i livelli di zuccheri nel sangue.

Il tamarindo è noto anche per le sue proprietà antimicotiche, antivirali e antibatteriche. Grazie ad alcuni composti in esso contenuti, come il lupeolo, aiuta a contrastare le aggressioni degli agenti patogeni, come batteri, virus, funghi e parassiti. Per tale motivo, viene largamente utilizzato nella medicina tradizionale per trattare la malaria. A tal proposito, viene usato anche per abbassare la febbre.

A trarne beneficio è anche l’apparato digerente. Infatti, grazie al contenuto di potassio, acido tartarico e acido malico, il tamarindo ha un effetto lassativo e quindi favorisce il transito intestinale. Inoltre, permette anche di trattare i disturbi gastrointestinali, in quanto, da un lato, scongiura la costipazione e, dall’altro, la diarrea.

Disclaimer: l’elenco proposto potrebbe non essere esaustivo.

Come interagisce il tamarindo con altri farmaci?

Il tamarindo è, solitamente, sicuro per la maggior parte delle persone. Tuttavia, non è privo di controindicazioni. Per esempio, può interagire con alcuni farmaci antinfiammatori, come l’ibuprofene o l’acido acetilsalicilico, in quanto ne aumenta la biodisponibilità.

Inoltre, è sconsigliato alle persone con disturbi gastrointestinali, in quanto contenente tannini, sostanze che possono rallentare la digestione.

Il consumo di tamarindo è da evitare in caso di accertata allergia o ipersensibilità a uno o più dei suoi componenti. Infine, per quanto riguarda le donne in gravidanza o in allattamento, si consiglia di rivolgersi al proprio medico per ulteriori indicazioni.

Si ricorda che consumare caramelle al tamarindo non è del tutto salutare, specialmente per i bambini, a causa delle eventuali quantità non sicure di piombo. Nonostante il tamarindo non contenga piombo, a seconda del tipo di lavorazione potrebbe esserci una contaminazione incrociata.

Come assumere correttamente il tamarindo?

Il tamarindo può essere trovato sotto forma di:

• Baccelli crudi: la forma meno elaborata di tamarindo. Sono ancora intatti e possono essere facilmente aperti per rimuovere la polpa.
• Tamarindo pressato: il guscio e i semi vengono rimossi, mentre la polpa viene compressa in un blocco.
• Tamarindo concentrato: forma in cui la polpa è stata bollita e a cui possono essere aggiunti anche dei conservanti.

In cucina, la polpa di tamarindo viene utilizzata per insaporire diversi piatti, dalle zuppe, al riso, alle lenticchie, alle patate. Può essere consumato anche come una bevanda fatta in casa o è possibile trovarlo sotto forma di sciroppo. Inoltre, in commercio vi sono anche prodotti derivati come caramelle, salse, creme e gelatine.

Si ricorda che il consumo eccessivo di tamarindo può portare a effetti indesiderati, come problemi gastrointestinali ed eventi diarroici, in quanto funge da lassativo.